PAROLA DI MEDICO

Lifting del sopracciglio

Segni di inestetismo del viso come la ptosi del sopracciglio unito ad una fronte alta possono essere presenti sia nel giovane, come caratteristica eredo-familiare, che nell’adulto come segno dell’invecchiamento, ovvero ptosi del sopracciglia a causa di una dermatocalasi della fronte.
La diversa patogenesi implica una differente modalità di trattamento che va interventi para-chirurgici sino ad interventi chirurgici veri e propri.

Il lifting del sopracciglio (browlifting) ha come obiettivo quello di rendere il 1/3 superiore del viso più armonioso nel contesto dell’intero volto. Riteniamo che qualsiasi tipo di miglioramento che apportiamo a questa regione debba necessariamente rispettare la morfologia e la funzionalità del organo stesso.

a cura del Prof. Luca Piovano

Intervento

Molte tecniche sono state descritte in passato ed hanno tuttora una specifica validità. Il nostro approccio attuale al lifting del sopracciglio parte da valutazioni effettuate durante l’esame obiettivo: dinamica e appesantimento gravitazionale, definizione dei rapporti con la struttura portante osteo-muscolare, ipoplasia, distanza sopracciglio-attaccatura del capillizio, sono alcuni degli elementi più importati per indirizzare correttamente il nostro trattamento.

La nostra strategia prevede essenzialmente la tecnica adattata al singolo caso:

Lifting diretto endoscopico
Lifting diretto transcutaneo
Lifting sec. Castanãres.
Lifting indiretto trans-palpebrale
Il lifting del sopracciglio è indicato per diminuire l’inestetismo di una distanza sopracciglio-attaccatura del capillizio grande, migliorando la ptosi relativa del corpo e della coda del sopracciglio stesso conseguentemente ristabilendo le giuste proporzioni nell’armonia di tutto il viso.

Ogni intervento chirurgico ha, come esito, la presenza di una cicatrici. La cicatrizzazione e un fenomeno biologicamente complesso che si realizza attraverso fasi diverse. La maturazione è l’ultima di queste fasi e si protrae per molti mesi, talora per anni.

E’ quindi evidente che il paziente dovrà attendere il tempo necessario per la stabilizzazione della cicatrice, prima di poterne osservare l’aspetto definitivo. Il chirurgo utilizzerà tutte le tecniche volte ad ottenere una buona cicatrice, sottile e situata allo stesso livello della cute circostante.

Esistono, però, fattori che possono modificare il normale processo di cicatrizzazione; essi sono: le anomalie della vascolarizzazione e dell’innervazione, la carenza di proteine, l’uso di farmaci antineoplastici, la microangiopatia diabetica, il fumo di sigaretta.

Esistono, inoltre, delle forme di cicatrizzazione patologica, sulla base di una predisposizione individuale, che possono determinare la formazione di una cicatrice ipertrofica o, nei casi più gravi, di una cicatrice cheloidea. Qualora dovesse verificarsi l’insorgenza di una cicatrice inestetica, sarà sempre possibile ottenere dei miglioramenti mediante terapia medica o chirurgica.

E’ bene tenere presente, inoltre, che qualsiasi procedura chirurgica – per quanto piccola e limitata possa essere ed eseguita su pazienti in buone condizioni generali – comporta sempre la non prevedibile possibilità di insorgenza di complicazioni generali il cui tipo e gravita sono anch’esse non prevedibili.

Statisticamente si può affermare che, per persone in buone condizioni generali i cui esami clinici non dimostrino alterazioni che possono aumentare il tasso di rischio, la possibilità di insorgenza di complicazioni gravi o gravissime e pressoché teorica. Le fotografie, infine, sono importanti in chirurgia plastica quale indispensabile elemento diagnostico.

Esse verranno eseguite prima e dopo l’intervento e saranno allegate al fascicolo personale riservato della paziente quale documentazione clinica. Le fotografie pre-operatorie potranno essere utilizzate dal chirurgo per discutere l’intervento con i pazienti. Esse potranno anche essere utilizzate a scopo scientifico con assoluta garanzia dell’anonimato.

E’ possibile che si verifichi l’eventualità di sottoporsi ad interventi di “ritocco” dopo sei mesi. Questo costituisce un normale momento di rifinitura del risultato, e non già un’errata condotta dell’intervento. La causa è da ricercare nell’assestamento imprevedibile dei tessuti operati in quanto la cicatrizzazione non dipende solo dal chirurgo, ma anche dalla risposta del paziente, dalla sua razza ed età.

Set EYBLIFT:
ottimizzare i tempi e le procedure.

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Possibili complicazioni

Le complicanze, eventuali, sono di due tipi: legate all’anestesia e quelle all’intervento. Come ogni intervento chirurgico, nell’immediato post-operatorio, grava la minaccia del formasi di un ematoma o di un infezione, evenienze rare per questo tipo di chirurgia.

Alterazioni della sensibilità cutanea e della mobilità dei muscoli mimici del 1/3 superiore possono essere possibili. Come complicanze tardive si possono notare lievi asimmetrie di lato talvolta ipercorrezioni che sono suscettibili d’interventi di ritocco.

Fonte: https://lucapiovano.it/